Food For Life approda a Bari

Dopo Pescara, Food For Life, il primo servizio di preparazione e distribuzione di pasti caldi vegani ai senzatetto è nato anche nel capoluogo pugliese grazie alla forte motivazione dei devoti del movimento Hare Krishna tra cui, Bhakta Giuseppe, che si è reso disponibile per un’intervista dove racconta la sua esperienza.

 

Come hai conosciuto e cosa ti ha spinto a iniziare l’attività del Food For Life a Bari?

Io ho conosciuto Food For Life tramite internet, perché seguivo da un po’ di tempo gli Hare Krishna, e seguivo sempre le lezioni di filosofia sulla loro pagina Facebook. Sono venuto poi a contatto con Prabhu Das Prabhu, il maestro spirituale del tempio di Genova e Torino, che mi ha spiegato ancora più nel dettaglio l’attività. Quello che mi ha spinto è stato la voglia di poter svolgere servizio devozionale, che in questo caso si è espresso nel portare l’attività del Food For Life a Bari. Sono stati i social network il mezzo con cui sono venuto a conoscenza di questo.

 

Quali sono stati i passaggi necessari per far nascere l’attività di Food For Life a Bari?

Prima di tutto, voglio ringraziare il team di Food For Life Torino. È grazie al loro supporto e alla loro esperienza che ho potuto incominciare. Ho iniziato seguendo i loro consigli, contattando in primis i dormitori e alcune associazioni per capire come muoversi nell’ambiente. Da una parte abbiamo affrontato difficoltà per via del Covid e delle restrizioni sanitarie. D’altra parte, abbiamo riscontrato un forte interesse da parte dell’associazione Area 51 che già distribuisce cibo ai dormitori in città e ci ha messo a disposizione la logistica per la consegna. Per adesso, l’intenzione è quella di svolgere il servizio una volta al mese e di preparare circa 70 pasti. Il lavoro ha richiesto tempo, ma abbiamo trovato i giusti contatti.

 

Com’è stata la tua prima esperienza con il Food For Life?

Inizialmente è stato abbastanza impegnativo. Io abito a 50 km fuori dalla città e non ero a contatto con il contesto sociale. Spesso la comunicazione con i dormitori e le associazioni responsabili mancava di continuità, probabilmente dovuta alla mia scarsa esperienza nel campo. Nel momento in cui siamo riusciti ad entrare, l’accoglienza per il Food For Life è stata molto positiva, ci hanno messo in contatto con Area 51. Il problema successivo è stato quello di trovare una cucina adatta, che è stato risolto cucinando una parte del pasto prima in un altro luogo, scegliendo pietanze che potessero andare bene anche servite fredde.

Carlo, un mio amico simpatizzante del movimento, ha messo a disposizione il forno della sua pizzeria per preparare il pane e i cachori (fagottini ripieni di patate e spezie). Voglio ringraziare in particolar modo Hayagriva Prabhu e sua moglie Tanya, che ormai da un po’ di tempo, si occupano di Food For Life a Torino, che mi hanno saputo consigliarmi con attenzione. Sono molto soddisfatto, anche perché l’attività è andata molto bene: l’obiettivo iniziale era quello di distribuire 30 pasti, ma alla fine siamo arrivati a 70, raddoppiando le nostre aspettative. È bello vedere le persone apprezzare i pasti, che non sono pietanze comuni, ma è cibo spirituale, vegano. Io non mangio più carne, pesce e uova da ormai 4 anni e ho visto con piacere che è stato molto apprezzato. 

 

Quali sono i progetti e gli sviluppi futuri per il Food For Life a Bari?

Per adesso, Food For Life avverrà una volta al mese. Abbiamo già trovato un luogo più adatto per cucinare nelle vicinanze, e che hanno l’interesse ad ospitarci. Spero che si possano aumentare il numero dei pasti e il numero delle città in Puglia. Se riusciamo a diffondere l’interesse di altre realtà in altri posti, per esempio Lecce e Taranto, potremo spostarci per raggiungere questi luoghi, anche perché a Bari il servizio è programmato una volta al mese. Saremo anche più che soddisfatti se ci verrà fornita l’opportunità di aumentare la frequenza di distribuzione ad almeno una volta a settimana. Ci stiamo già preparando ed organizzando, ed essendo partiti da zero, per noi è fondamentale raccogliere fondi. Ho ricevuto l’aiuto di tante persone, tra cui parenti e amici, ma anche di proprietari di negozi e di ristoranti, e ho sentito la vicinanza e il supporto dei miei compaesani. Se si continua così, le prospettive sono molto buone. Mi piace sempre ricordare il motto del Food For Life “fare del bene è contagioso”.

 

 

 

 

 

 

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